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Era nato a
Innsbruck il 13 giugno 1906; è morto a Roma il 20 luglio
1985. |
Si era iscritto nel
1923 al Politecnico di Milano. Studente del 3° anno, avviò una
ricerca di Biologia matematica ispirata ai lavori del biologo
Carlo Foà e sfociata in una pubblicazione su Metron. Nel 1925, per
insistente suggerimento di Levi-Civita, passò all'appena
costituito Corso di laurea in Matematica applicata di Milano.
Conseguì la laurea nel 1927, discutendo con Giulio Vivanti una
tesi di Analisi vettoriale in ambito affine. Subito dopo la
laurea lavorò all'Ufficio matematico dell'Istituto Centrale di
Statistica e nel 1931 entrò a far parte – rimanendovi fìno al
1946 – dell'Ufficio attuariale delle Assicurazioni generali a
Trieste.
Conseguita la
libera docenza in Analisi (1930), tenne per incarico diversi
corsi universitari fra Padova e Trieste finché, costituitasi
nel 1946 la Facoltà di Scienze a Trieste, si dedicò
esclusivamente all'insegnamento universitario, ricoprendo la
cattedra di Matematica attuariale. Nel 1951 si trasferì sulla
cattedra di Matematica finanziaria e infine, nel 1954, passò
all’Università di Roma, ove (dal 1961) insegnò, fino al
collocamento a riposo, Calcolo delle probabilità presso la
Facoltà di Scienze.
Il fatto che per
lungo tempo l'attività scientifica di De Finetti si sia svolta
solo "a tempo parziale" non gli impedì di crearsi, sin da
giovane, una solida fama di studioso internazionalmente noto
per i suoi contributi al Calcolo delle Probabilità, alla
Statistica, alla Matematica finanziaria e attuariale,
all'Economia e all'Analisi.
Molti – quasi un
terzo e fra i più significativi – degli oltre 290 suoi scritti
portano una data anteriore al 1946. Un periodo di prodigiosa
attività creativa fu in particolare quello degli anni 1926-'30
in cui, pur interessandosi a tematiche varie, diede avvio a
quell'impostazione soggettiva del Calcolo delle probabilità
che più di ogni altra sua opera lo ha reso famoso nel mondo
della cultura scientifica e filosofica.
Tale
riconoscimento, seguito a un lungo periodo di indifferenza o
di rifiuto delle sue concezioni, si deve principalmente a LJ.
Savage che, a partire dal 1951, diffuse nel mondo anglosassone
quegli aspetti della teoria che riguardano soprattutto il suo
impiego nei problemi dell'inferenza statistica. Un cenno a
parte merita, infine, il pionieristico lavoro svolto da De
Finetti nel campo del Calcolo automatico, lavoro certamente
stimolato dall'esperienza maturata alle Assicurazioni
Generali.
Nel 1951, dopo un
viaggio in U.S.A. compiuto – insieme a Mauro Picone e Gaetano
Fichera – per visitarvi e studiare i Centri di Calcolo, De
Finetti fu chiamato all'I.N.A.C. per collaborare al progetto
di installazione di un "calcolatore elettronico": Da questa
esperienza scaturì la Nota Macchine che pensano e che
fanno pensare, ricca di notizie, suggerimenti e
riflessioni, dove tra l'altro è sottolineato l'interesse nei
confronti dell'impiego di metodi statistici (Metodi Monte
Carlo) per la risoluzione numerica di diversi problemi
matematici ed è preconizzato il ricorso al calcolo
simulato.
Non si può neppure
dimenticare l'impegno di De Finetti nella Didattica della
Matematica, testimoniato dalla pubblicazione di trattati,
manuali, note didattiche e articoli divulgativi, nonché da una
intensa attività organizzativa: fu Presidente della
"Mathesis", Direttore del Periodico di Matematiche
e fondatore a Roma di un "Club Matematico" per attivare
seminari su problemi di Didattica.
Socio
dell'Accademia dei Lincei, fu anche membro dell'Istituto
Internazionale di Statistica, Fellow dell'Institute of Mathematical
Statistics e socio degli Istituti attuariali francese e
svizzero.
Necrologio:
“Bollettino della UnioneMatematica Italiana”, S. VII, vol. I-A
(1987), n. 2, pp. 283-308 (Luciano Daboni).
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