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10 febbraio 2004
Autore: Andrea Paracchini
"Mobilis in Mobile". Così Jules
Verne definisce il mitico sottomarino Nautilus nel celebre romanzo
d’avventura "20000 leghe sotto i mari". Qualcosa che si muove in qualcos’altro
in movimento, un po’ come i veicoli nel traffico. Da qui l’idea di battezzare
"Mobilis in Mobile" (MiM) il modello di simulazione della
mobilità urbana realizzato dai ricercatori del Gruppo di Fisica
dei Sistemi Complessi. Niente di strano che dei fisici si occupino di
traffico: quale migliore sfida per chi vuole indagare la complessità che tentare
di domare la mobilità urbana - flusso caotico e zigzagante di pedoni, auto,
mezzi pubblici e biciclette - che ogni giorno anima le città?
Attenzione
però a non pensare che Mobilis sia soltanto un raffinato e affascinante
videogioco matematico per accademici. Le complesse funzioni di calcolo
probabilistico messe a punto dal gruppo di Armando
Bazzani, Massimiliano Capriotti, Bruno
Giorgini, Graziano Servizi, Giorgio
Turchetti e Giuseppina Melchiorre sono state elaborate
per poter essere applicate attivamente nella progettazione di uno spazio urbano
che sia "morbido e avvolgente come una coperta di lana". Il pubblico che ha
assistito alla presentazione ufficiale del modello, martedì 3 febbraio 2004, ha
potuto osservare in una simulazione al computer (vedi Allegati) uno studente,
una casalinga, un professionista che in una qualunque giornata di inverno si
recano in centro a Rimini (la città che ha accettato di collaborare alla messa a
punto del modello), interagiscono con gli altri elementi della mobilità (pedoni,
auto, mezzi pubblici), si spostano per la città e affollano i luoghi pubblici.
Simulazioni come questa, confrontate con i dati messi a disposizione
dall’amministrazione cittadina, hanno dimostrato di poter raggiungere un elevato
livello di accuratezza e precisione.
Due infatti sono i punti di forza,
fra loro collegati, di questo modello. Il primo è la capacità di descrivere il
comportamento individuale di ogni singolo elemento della mobilità (anziché una
media statistica dei comportamenti) in modo fine ed accurato. Il secondo è la
possibilità di prevedere il comportamento dei singoli individui (sulla base del
concetto di probabilità soggettiva di Bayes-de Finetti) tenendo conto di numerosi parametri di
gradimento come l’accessibilità, la sicurezza e il piacere estetico del
percorso. Parametri che, attraverso il contributo di psicologia e sociologia,
potranno essere ulteriormente migliorati e
ampliati.
Tanta potenza e versatilità, va detto,
possono essere gestite da un computer appena più potente di un PC e possono
venire incontro alle esigenze del piccolo borgo dell’Appennino come
dell’agglomerato della Via Emilia. Insomma, la scienza ha fatto la sua parte:
ora la palla passa alle amministrazioni.
Azioni
Approfondimenti
Gruppo Fisica dei Sistemi
Complessi
Presentazione Mobilis
Allegati
"Un modello per la mobilità"[5 MB]
Simulazione Mobilis (mpeg)